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Monitoraggio: il primo step per l’efficientamento energetico

By Martin Vahi

“Se non si può misurare qualcosa, non si può migliorarla.”


Questa è una delle frasi più celebri di lord William Thomson Kelvin, colui che contribuì a sviluppare la seconda legge della termodinamica e fu l’inventore della scala di temperatura assoluta. Una vera e propria icona nell’ambito della Termotecnica.


Ai giorni nostri questa frase è quanto mai attuale: il nuovo Ministero della transizione ecologica, in linea con il progetto del Recovery Plan, avrà a disposizione quasi 70 miliardi per attuare una transizione ecologica che toccherà molti aspetti del nostro quotidiano, tra i quali avrà un ruolo fondamentale l’efficientamento degli edifici, pubblici o privati che siano. E proprio un monitoraggio adeguato è alla base di ogni processo di miglioramento in ambito green sulle strutture che occupiamo e viviamo giornalmente.

Poter registrare e monitorare le variabili termoigrometriche e di qualità dell’aria negli ambienti è un passo fondamentale di avvicinamento all’ottimizzazione richiesta da un corretto processo di risparmio energetico.

Risparmio energetico

 

Se ci soffermiamo ad analizzare questa parola e facciamo un parallelo con la nostra vita quotidiana, capiamo abbastanza velocemente che per “risparmiare” (in ogni ambito) dobbiamo eliminare gli sprechi, il superfluo, tutto ciò di cui possiamo fare a meno. Ecco che, anche in ambito energetico, fare risparmio energetico equivale ad eliminare gli sprechi. Questo è fattibile, parlando di solo monitoraggio, a patto si abbia un individuo esperto che possa leggere, capire, analizzare questi dati raccolti da un’adeguata piattaforma, e poi agire con delle azioni, degli interventi sull’impianto oggetto di monitoraggio, atti ad efficientarne le dinamiche di regolazione con lo scopo di eliminare gli sprechi e le sovra regolazioni. Da tutto ciò si evince chiaramente che il monitoraggio è una base, un primo step, a cui qualcuno debba dare un seguito attraverso delle azioni manuali convogliate -presumibilmente- attraverso un software ed un sistema di telegestione.

Ma se volessimo qualcosa di più? Se volessimo un sistema in grado di monitorare ed agire proattivamente sulla regolazione dei nostri impianti efficientandoli ed eliminando tutti gli sprechi? 

Intelligenza Artificiale

 

Ecco che dovremmo affidarci all’Intelligenza Artificiale: ad un sistema cioè, che possa analizzare le variabili raccolte negli ambienti che viviamo giornalmente, capirne gli andamenti e l’intrinseca dinamicità legata, non solo alle variabili “statiche”, ma a tutte quelle modifiche di carico a cui sono soggetti gli impianti legati ad una attiva occupazione dell’essere umano. Lo stessa sistema dovrà in seguito, in base ai dati raccolti ed alle conseguenti elaborazioni eseguite da algoritmi di machine learning, -in grado quindi di imparare ed evolversi- attivarsi proattivamente con interventi mirati di regolazione che ottimizzino l’energia degli impianti preservandone, come punto focale, il comfort degli occupanti.

A questo punto avremo un sistema autonomo, in grado di tenere traccia degli andamenti delle variabili (monitoraggio) e di intervenire per darci un adeguato comfort ed eliminare tutti gli sprechi con conseguente diminuzione delle emissioni e dei costi operativi.


Enerbrain lavora in quest’ottica: il nostro algoritmo, tramite l’utilizzo di logiche adattive e predittive ottimizza in tempo reale le prestazioni degli impianti, garantendo risultati in termini di:

  • risparmio energetico
  • miglioramento del comfort ambientale interno
  • riduzione CO2 – Anidride carbonica e carbon footprint

Se non si può misurare qualcosa, non si può migliorarla. Ma se la si può misurare e si può intervenire proattivamente sugli impianti, la si potrà migliorare molto di più!

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